Mezza maratona di Nizza by Edo Bonafortuna

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 Mezza maratona di Nizza  9 aprile 2017 Un intenso racconto di Edo Bonafortna

Quella del 9 aprile 2017 fa è stata la mia terza partecipazione alla mezza maratona di Nizza, ma in un certo senso è stato come fosse la prima volta.

Non tanto per le sensazioni ma più per il fatto che si trattava di una sorta di "anno zero" per la città e i suoi eventi.

Il riferimento è ovviamente all'attentato del 14 luglio 2016 avvenuto sulla Promenade des Anglais.

Ed era proprio sulla Promenade des Anglais che si svolgeva negli anni passati la gara di Nizza; giusto per intenderci, un evento internazionale giunto alle 26esima edizione con quasi 20mila partecipanti nelle annate migliori, provenienti da tutto il mondo.

Per il 2017 l'organizzazione ha deciso di mantenere la gara, ma con l'obbligo di spostarla dal centro cittadino per via di un'ordinanza comunale che vieta per un anno intero manifestazioni sul luogo dell'attentato del luglio scorso.

Fino all'ultimo non si sapeva cosa sarebbe successo, era stata comunicata una data che poi è stata spostata durante l'inverno insieme al cambio di percorso.

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Per dare ancora di più un segnale di cambiamento, oltre al cambio di percorso, al cambio di data, si è deciso di cambiare anche il nome della manifestazione diventato "Nice running day", come a voler sottolineare maggiormente che quella di quest'anno è completamente un'altra cosa, almeno ad essere onesti così ci è parso.

Il racconto non avrebbe molto senso se prima non cercassi di spiegare come negli anni quella di Nizza è diventata forse la gara a cui tengo di più, e come ogni anno non aspetti altro che l'apertura delle iscrizioni.

Un'organizzazione perfetta, un percorso che si snoda tra le vie del centro e che ha partenza e arrivo sulla Promenade, sul mare, con una partecipazione di gente incredibile lungo tutto il tracciato e con un entusiasmo che ti permea nelle vene.

Tutto questo nel contesto paesaggistico della Costa Azzurra che non ha certo bisogno di presentazioni; la gara è ormai diventata anche un pretesto per fare qualche giorno di relax in una zona bellissima.

La musica oggi è del tutto diversa: una città quasi militarizzata ed una mezza maratona che ha cambiato percorso, spostandosi nella zona dello stadio, in un'area decentrata e vicina all'autostrada.

Entrambi questi fattori hanno contribuito a rendere l'esperienza di quest'anno abbastanza deludente, o comunque di certo non al livello degli anni precedenti, se in più ci uniamo una mia pessima prestazione in gara, il quadretto è completo.

La città

Appena passato il confine con la Francia si nota la diversa atmosfera: camionette della polizia praticamente ovunque (sono presenti ad ogni uscita delle autostrade), militari con i mitra spianati di giorno e di notte in ogni quartiere, via, piazza e come raccontatoci, grande presenza di agenti in borghese.

Per ritirare il pettorale nel villaggio allestito sulla Promenade (unica cosa mantenuta uguale con le passate edizioni) siamo stati perquisiti; coda a due file, maschi e femmine, ed una perquisizione approfondita, corporale e di eventuali zaini e/o borse.

Una volta ritirato il numero ed il pacco gara, fatto un giro per la città, non potevamo fare altro che notare ancora l'alto numero di polizia e militari presenti: ciò che abbiamo osservato è come la gente del posto sembrava ormai non notarli più, in un processo di integrazione ormai completo.

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La gara

La mattina della domenica, arrivati nella zona della partenza ci siamo accorti che per accedere alle griglie tutti venivano perquisiti; era stato creato un unico accesso, e anche qui, doppia fila, maschi e femmine con perquisizioni molto accurate.

Questo ovviamente ha causato qualche ritardo, io stesso sono giunto in griglia solo pochi minuti prima del via, fortunatamente però mi avevano messo con i top runner e ho avuto modo di partire davanti.

Forse la mia era solo suggestione però si percepiva chiaramente una certa tensione, si respirava un'aria diversa, le sensazioni entusiastiche degli anni passati un lontano ricordo.

Il nuovo tracciato costeggiava lo stadio di Nizza, l'Allianz Rivera Stadium, situato in una zona decentrata e poco densamente popolata.

Ci sentivamo anni luce distanti dalla Promenade, sembrava tutta un'altra cosa.

Il numero di partecipanti inoltre è sceso drasticamente, infatti quest'anno si sono contati 4mila iscritti (tra 21 e 10 km), comunque un numero importante anche se si considera il grande ritardo con il quale è stata pubblicata online la procedura d'iscrizione.

Nonostante gli organizzatori si sforzassero l'atmosfera di festa non era così palpabile; non c'era gente ad accompagnare i podisti, ma solo polizia, volontari e servizio d'ordine.

Il percorso si snodava in una zona praticamente morta della città, con passaggi all'interno dello stadio, ai bordi del campo da gioco e all'interno della struttura, sicuramente non un piacere per gli occhi e lo spirito.

I ristori erano ben predisposti, numerosi e provvisti di tutto il necessario, fondamentali anche per la giornata caldissima (16 gradi già alle 9 di mattina).

Non intendo assolutamente criticare il percorso o le scelte tecniche, anzi, capisco che è stato fatto un grande sforzo per mantenere la manifestazione, ma è doveroso sottolineare quanto tutto fosse diverso dagli anni passati.

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La ciliegina sulla torta è stata la mia performance, ovvero un'esperienza che sapevo che prima o poi avrei vissuto e che mio padre mi aveva raccontato molte volte, ovvero una crisi, che non so ancora a cosa attribuire di preciso, ma che mi ha quasi costretto al ritiro dopo pochi chilometri.

Non mi era mai successa una cosa del genere e ancora adesso ho molti punti interrogativi a riguardo.

Sono arrivato a Nizza in forma e con un buon 1h20'23" del 2 aprile a Saluzzo, in una mezza difficile, con salite e condizioni climatiche avverse; c'erano tutti i presupposti per fare un buon tempo, tracciato piatto e veloce, gambe a posto, mentalmente focalizzato sull'obiettivo.

E forse proprio il fattore mentale è stato quello che mi ha giocato un brutto scherzo: ho idealizzato talmente tanto la mia gara, gli ho dedicato talmente tante energie mentali, volevo così fortemente che andasse tutto alla grande, che non mi sono reso conto invece di aver creato delle aspettative enormi, e che per un motivo o per l'altro quella mattina le mie gambe non c'erano e non potevo soddisfare tali aspettative.

Pochissime ore di sonno e tanta tensione accumulata, unite ad aspettative alte mi hanno fatto implodere, senza che potessi avere alcun tipo di segnale.

Per i primi 4 km sembrava tutto nella norma, al quinto inizio ad avere dolori al petto, al settimo (cosa mai successa) arrivano i primi crampi.

Ho incolpato il caldo sul momento, ma mi sbagliavo: fino al quinto o sesto chilometro avevo un'andatura media di 3'48" al km, un'andatura che so di poter tenere se sto bene, ma troppo forte per le mie condizioni di quel giorno, infatti da un momento all'altro sarei crollato inesorabilmente, come una nave che imbarca acqua e che affonda, e che non ha altra sorte davanti a sè.

Ho iniziato ad andare sempre più piano e fare sempre più fatica, percepivo un caldo infernale, le gambe mi facevano male e il mio passo peggiorava.

Ho pensato al ritiro, e col senno di poi era la cosa giusta da fare, ma non so per quale ragione ho deciso di continuare, penso che per quel modo di essere un pò estremo di noi runner e di voler finire a tutti i costi una gara anche se semplicemente non è la tua giornata.

Sono arrivato al traguardo, dopo che al km 17 mi sono dovuto fermare per i conati di vomito, con il mio corpo che chiaramente mi stava urlando la sua contrarietà alla mia decisione di proseguire, portando il mio passo fino ai 4'00" al km, chiudendo in 1 ora e 24 minuti, un vero abisso.

Ho imparato però più da una "sconfitta" che da tante gare andate bene, ho capito che anche se sei preparato la giornata storta esiste e non puoi farci nulla, ho capito che non bisogna idealizzare le cose, che non bisogna sprecare preziose energie mentali, perchè anche quelle serviranno durante la gara e che forse quella giornata doveva semplicemente andare così.

Non sono tipo da pacche sulle spalle a me stesso, ma rimango comunque orgoglioso di avere portato a termine la mia gara, soffrendo così tanto, e di aver portato nei risultati Podistica Torino.

Nizza ci vediamo l'anno prossimo, nonostante tutto.

EB

Commenti  

#1 Burdisso Gabriele 2017-08-07 14:22
16 gradi già alle nove del mattino? Considerando che eri pure vicino al mare, credo che quello sia stato determinante in senso negativo. Io sarei arrivato sui gomiti... Altro che 1h e 24m. Bravo comunque.

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